“Scorretto che l’Agenzia delle Entrate neghi la remissione in termini ai commercialisti aderenti all’astensione del 30 ottobre 2019”

Ci rammarica affrontare in questo momento un tema pur importante, ma marginale rispetto alle emergenze che stiamo vivendo, assolutamente determinante per la sopravvivenza stessa dei nostri iscritti: calo rapido del lavoro, clienti con le attività interrotte con conseguente impossibilità di pagare gli onorari, difficoltà nel pagamento degli stipendi di dipendenti e collaboratori, assoluta incertezza nel futuro, dovuta anche all’ennesima esclusione dei professionisti, e dunque dei loro dipendenti, dall’ombrello di welfare pubblico.

Ci è evidente che chi scrive ai commercialisti è ben al riparo dalle intemperie di burrasca alle quali sono esposti oggi i colleghi. Prima di qualsiasi ulteriore considerazione è bene che si sappia che tutto ciò urta la sensibilità nostra e di tutti i colleghi. Ci sentiamo in dovere, però, di puntualizzare quanto di seguito.

Riteniamo assolutamente fuori luogo, oltreché scorretto proceduralmente, che l’Agenzia delle Entrate neghi ai commercialisti, aderenti all’astensione dello scorso 30 ottobre, (inviando i propri modelli F24 nel previsto ritardo di due giorni), la remissione in termini.

Lo sciopero, annunciato e proclamato, rispettando tutti gli oneri informativi e comunicativi che gravano sulle associazioni proclamanti dal nostro Codice di Autoregolamentazione, è stato formalmente notificato ben 15 giorni prima dello svolgimento alla stessa AdE e ritenuto corretto nel suo iter di proclamazione e svolgimento con presa d’atto dalla Commissione di garanzia per lo sciopero.

Nessuna questione procedurale fu mai avanzata da parte dell’AdE nella fase preliminare che sarebbe stata, invece, il momento idoneo per sollevare dubbi sostanziali, formali o procedurali.

L’Agenzia delle Entrate perdura nel suo atteggiamento di continua e costante ostilità verso i contribuenti e chi li assiste e rappresenta.

La risposta, di cui facciamo anche notare l’irritualità del rivolgersi a soggetto diverso dalle rappresentanze sindacali proclamanti lo sciopero, dimostra nuovamente la distanza dell’Agenzia rispetto al mondo che lavora e che ogni giorno si assume un rischio professionale o imprenditoriale.

Distanza se possibile ancora più evidente e sottolineata dalle recenti disposizioni interpretative in merito ai provvedimenti di urgenza, del tutto indifferenti alla ratio che sostiene le norme emanande. La volontà di tenere, per quanto possibile, viva un’economia nazionale già percossa da anni di continua crisi e che oggi potrebbe ricevere il colpo di grazia.

In questo periodo le associazioni stanno mettendo in campo tutte le loro forze e il loro impegno per essere al fianco dei colleghi ed alle loro difficoltà. Solo per questo motivo e per rispetto a chi sta combattendo battaglie ben più ardue, riteniamo, quindi, di sospendere temporaneamente discussioni e polemiche fino alla conclusione dell’attuale emergenza sanitaria.

Crediamo che adesso i colleghi abbiano necessità prioritarie indifferibili: sostegno, consulenza e servizi. Chiusa l’attuale fase emergenziale, ci occuperemo poi di tutelare il nostro diritto costituzionale di sciopero nelle sedi opportune, anche in ambito giudiziario.

 

Amelia Luca – Presidente ANDOC

Maria Pia Nucera – Presidente ADC

Andrea Ferrari – Presidente AIDC

Marco Cuchel – Presidente ANC

Antonella La Porta – Presidente FIDDOC

Stefano Sfrappa – Presidente SIC

Giuseppe Diretto – Presidente UNAGRACO

Deborah Righetti – Vicepresidente UNGDCEC

Domenico Posca – Presidente UNICO

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