Il contributo fantasma

Oltre al danno, la beffa! I commercialisti scoprono che nelle versioni ahimè ancora ufficiose del DL Rilancio il mondo delle libere professioni non esiste.

I Professionisti con cassa autonoma (Dottori Commercialisti, Medici, Ingegneri, Avvocati, …) sono stati arbitrariamente esclusi dai soggetti beneficiari di una delle misure di sostegno al reddito: non sono infatti più annoverati tra le attività economiche che possono richiedere un contributo in conto esercizio, commisurato alla riduzione effettiva del fatturato ad aprile 2020, rispetto all’esercizio precedente.

Oltre un milione di donne ed uomini iscritti ad un albo professionali sono perciò dimenticati, o peggio volutamente ignorati.

Con grande stupore ci chiediamo: che sia l’ennesima, reiterata, incomprensibile, ingiustificabile e “antipatica” disattenzione del legislatore? Lo stesso legislatore che, quando ne ha avuto bisogno – in pieno lockdown da pandemia – si è invece ricordato dei professionisti, decretandoli “attività essenziali”? Con amarezza, prendiamo atto che la risposta non può che essere negativa: non si tratta di una mera distrazione, ma di una voluta, specifica esclusione dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria.

Se tale formulazione contenuta in bozza fosse confermata nella stesura definitiva del decreto – come oramai parrebbe evidente – si tratterebbe, quindi, di una estromissione intenzionale, mirata nei confronti delle professioni ordinistiche.

Non chiediamo scorciatoie o privilegi. Al contrario, ci aspettiamo di essere trattati come tutti gli imprenditori ed i lavoratori autonomi del nostro Paese.

Auspichiamo perciò che il Decreto – quello che attendiamo con ansia per rispondere ai clienti che quotidianamente annunciano “ma il Premier ha detto che…” – venga finalmente alla luce, in un testo però che confermi la spettanza del contributo anche in capo ai professionisti dotati di “cassa privata”.

Diversamente speriamo almeno che il Parlamento possa, nel corso dell’iter di approvazione del DL Rilancio, correggere questa ignominia, eliminando questa insensata discriminazione.

In caso contrario, valuteremo con i nostri iscritti tutte le più opportune iniziative da intraprendere, che non potranno che essere proporzionate al sentimento di forte sconcerto, che mai come in questo momento alberga in tutte le donne e gli uomini della categoria.

Simili circostanze, infatti, creano un clima di tensione sociale, di cui tutti, invece, faremmo volentieri a meno; siamo parte del tessuto produttivo di questo Paese e nella nostra attività quotidianamente assistiamo imprese e lavoratori autonomi. Potremmo pure essere scomodi per alcuni, ma sappiamo sicuramente di essere essenziali.

Non possiamo comprendere, allora, perché, anche in presenza di rilevanti cali di fatturato, ci si debba escludere dal contributo a fondo perduto.

Siamo davvero stanchi e non siamo più disposti ad accettare di essere messi da parte.

Se dovesse continuare ad essere questa la strada intrapresa nei nostri confronti, non potremo che avviare le azioni del caso, con la consapevolezza che di fronte a simili provvedimenti l’adesione ad ogni eventuale forma di protesta non potrà che essere massiccia.

 

ADC – Maria Pia Nucera

AIDC – Andrea Ferrari

ANC – Marco Cuchel

ANDOC – Amelia Luca

FIDDOC – Antonella La Porta

SIC – Stefano Sfrappa

UNAGRACO – Giuseppe Diretto

UNGDCEC – Matteo De Lise

UNICO – Domenico Posca

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