“Nella maggior parte delle commissioni tributarie la possibilità dello svolgimento della pubblica udienza da remoto, prevista dalla legge, resta inattuata. E questo accade nonostante il ministero dell’Economia e delle Finanze abbia provveduto all’approvazione delle regole tecnico-operative per la partecipazione e lo svolgimento dell’udienza da remoto, tramite la piattaforma Skype for Business, con un decreto del Direttore Generale e l’elaborazione delle linee guida tecnico-operative”.
Lo denunciano i presidenti dei sindacati dei commercialisti Andoc (Amelia Luca), Ungdcec (Matteo De Lise), Fiddoc (Antonella La Porta), Adc (Maria Pia Nucera) e Aidc (Andrea Ferrari).
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“Le video-udienze possono garantire, ci sembra evidente, il diritto al contraddittorio nel processo tributario. Quasi tutti si dicono d’accordo, mentre i giudici tributari oppongono la mancanza di adeguate dotazioni informatiche e la difficoltà di garantire lo svolgimento delle video-udienze. Per questo, dispongono in prevalenza l’udienza cartolare con note scritte senza la presenza dei difensori oppure, come si è letto in un recente intervento sulla stampa del presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, parlano di difficoltà legate al fatto di dover “metabolizzare” la riforma”, si legge, in una nota dei professionisti.
“È una risposta insoddisfacente: non comprendiamo quale possa essere la “riforma da metabolizzare”, considerando che il processo tributario telematico è obbligatorio già dal 1° luglio 2019 e, soprattutto, che la norma di cui si discute (art. 27 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137) è stata emanata solo per regolare lo svolgimento delle udienze tributarie nel momento attuale di crisi”.
Fonte: ANSA