Fisco, Luca (Andoc): studi professionali in emergenza, spostare di un mese dichiarazioni e versamenti

“Anche i professionisti possono ammalarsi di Covid. Il governo dovrebbe tenerlo presente e spostare di un mese le dichiarazioni dei redditi e gli adempimenti di novembre per tutti i contribuenti”. Lo afferma Amelia Luca, presidente dell’Associazione Nazionale Dottori Commercialisti (A.N.DO.C.).

“Ci troviamo di fronte a una situazione mai vissuta in precedenza. Il problema è doppio: da un lato ci sono i clienti, imprenditori e famiglie, che hanno problemi  a pagare a causa delle difficoltà economiche. Dall’altro, migliaia di professionisti alle prese con la pandemia. Moltissimi colleghi, nelle ultime settimane, ci hanno segnalato di trovarsi in un momento di grande crisi perché malati di coronavirus e costretti a chiudere lo  studio. Altri, invece, devono fare i conti con gran parte dei collaboratori in quarantena e un evidente rallentamento dell’attività”, evidenzia Luca.

“Tutti si dicono preoccupati perché non possono rispettare le scadenze di novembre: per questo, come già evidenziato dal Consiglio Nazionale, chiediamo lo slittamento delle dichiarazioni al quale, però, sarebbe opportuno aggiungere anche quello dei versamenti. Ad esempio, i prossimi adempimenti del 16 novembre potrebbero slittare di un mese, al 16 dicembre: non ci sarebbe un danno erariale per lo Stato, che incasserebbe comunque entro la fine dell’anno, e si alleggerirebbe il lavoro in questo momento di difficoltà”.

“Categoria finita nel dimenticatoio”.

Per la presidente A.N.DO.C, “i professionisti hanno il diritto di sospendere l’attività lavorativa per grave malattia senza danneggiare i clienti. In moltissime zone d’Italia, l’emergenza è identica a quella della scorsa primavera e non si può non tenerne conto. Parliamo tra l’altro di una categoria finita nel dimenticatoio, dal momento che i professionisti sono stati esclusi dai finanziamenti a fondo perduto previsti nel Decreto Ristori. Purtroppo, le istituzioni continuano a non prendere in considerazione i commercialisti, che pure hanno una struttura lavorativa da mantenere, proprio come gli imprenditori”.

 

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